Siamo a sud di Bari, nell'area che lambisce le provincie di Brindisi e Lecce. All'interno di questo territorio, che pure presenta un profilo pedoclimatico tendenzialmente uniforme, si individuano due aree, che storicamente si caratterizzano per pratiche vitivinicole molto differenti: la Bassa Murgia e la Valle d'Itria. La prima, estrema propaggine meridionale dell'altopiano delle Murge, è patria di uve a bacca rossa; la seconda, che a dispetto del nome non è una vera e propria valle, ma una depressione carsica, da sempre è vocata all'allevamento di varietà a bacca bianca. Il clima qui è caratterizzato da inverni rigidi ed estati generalmente lunghe, calde ma miti e sempre ventilate, con interessanti escursioni termiche notturne.
Dal punto di vista pedologico il territorio presenta fenomeni carsici e suolo di natura calcarea e argilloso-calcarea, con le classiche terre rosse derivate dalla dissoluzione delle rocce. L’altitudine delle aree coltivate a vite è compresa tra i 350 e i 420 s.l.m.; le pendenze sono lievi e le esposizioni prevalenti sono orientate a sud-est. La vitivinicoltura della Valle d'Itria è in particolare controtendenza rispetto alla prevalente vocazione regionale per i rossi; nei suoi vigneti, infatti, per la maggior parte fazzoletti di terra amorevolmente curati palmo a palmo, la consuetudine millenaria vuole che siano impiantate uve a bacca bianca, che sviluppano aromi fini e buona acidità. Da sempre sono due le varietà principali che vi si coltivano, la Verdeca e il Bianco d'Alessano che, in varia proporzione, sono alla base delle due dop principali del territorio, le Dop Martina Franca e Locorotondo. Anche la Dop Ostuni, che insiste sulla stessa area, prevede l'utilizzo di uve a bacca bianca di varietà autoctone meno note, l'Impigno e il Francavidda, mentre per i rossi lo stesso disciplinare prevede l'impiego preponderante di uve Ottavianello. Nella Bassa Murgia, appartenente all'area compresa nella denominazione Murgia Igp, si torna invece alla classica vocazione pugliese per i rossi con il vitigno Primitivo, “padre” del Primitivo di Manduria e cardine della dop Gioia del Colle. Seppur in minor quantità, il Primitivo è presente anche nei vigneti della Valle d'Itria.
Tra le rarità enologiche dell'intera zona spicca anche il Minutolo, vitigno aromatico oggetto negli ultimi anni di diversi studi e selezioni che hanno permesso di associarlo definitivamente alla famiglia dei moscati bianchi. Le lunghe file di muretti a secco che modellano le geometrie della placida campagna, l'abbacinante bianco del latte di calce degli inconfondibili trulli che la puntellano, con i loro tetti a cono e il fascino millenario che è valso loro il riconoscimento come patrimonio UNESCO; i colori accesi della campagna, il mare all'orizzonte: siamo in un territorio dal fascino senza tempo.